foto di Laura Saviano

venerdì 22 febbraio 2013

Cartoline dal finestrino

Mentre attendo il destino comparire in una pagina internet, mi avvolge l'aria gelida e piovosa di febbraio. E' uno di quei giorni in cui adoro sentire il naso gelato e gli scarponcini neri bagnati dalla pioggia sottile di questo cielo senza speranza, cupo come le facce dei pendolari che incontro ogni mattina alla stazione.
E' uno di quei giorni in cui l'inverno sembra esserci da sempre, così come l'eskimo che pesa 12 chili, i guanti senza dita e la sciarpa di lana arancione che indosso da un'eternità.
Oggi è uno di quei giorni in cui sembra incredibile aver potuto passeggiare in questa stessa città con indosso una maglietta e i pantaloni corti. E i tuffi nel mare del Salento nuotando verso la Grecia e i Balcani appaiono nella mia mente come un sogno sognato una di queste notti, sotto le tiepide coltri di coperte e piumoni vari.
I ricordi e i sogni sono composti della stessa materia. Anche il passato è una forma di immaginazione che modifichiamo ogni volta, con lo scorrere del tempo.
A guardarlo così, il cielo (cioè dal finestrino di un treno che mi prende e mi lascia sempre negli stessi due posti) sembra impossibile che questo inverno finirà, che torneremo a ballare nei prati, a fare il bagno al mare.
A guardare così la gente, i vagoni ed io, sembra che tutto sia destinato a restare per sempre immobile. Ma non sarà così. D'improvviso un giorno il cielo dirà che è primavera e ancora ingenuamente penserò che da adesso in poi tutto sarà migliore, che questa gente, questi vagoni e questo io non ci saranno più. Che fioriremo tutti altrove. Perchè ad ogni primavera i fiori non rinascono mai nello stesso punto. Quel giorno userò ancora l'immaginazione, il sogno e il ricordo, crederò ancora nella felicità del cambiamento. E forse solo allora la smetterò di aspettare il destino comparire in una pagina internet.

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