Il nuovo sottosegretario al Ministero
degli Esteri del Governo del Fare, ha detto che oggi l'emigrazione
degli italiani all'estero non è un fenomeno importante.
Solo nell'ultimo anno oltre 90 mila
italiani hanno lasciato il Bel Paese in cerca di lavoro fuori dai
confini nazionali. Ma, secondo il nuovo sottosegretario al Ministero
degli Esteri del Governo del Fare, questa non può essere considerata
emigrazione. E' semplicemente una scelta. Ogni anno 90 mila italiani
decidono, così, per capriccio, di andare a vivere all'estero. Del
resto si sa, siamo un popolo di santi, poeti e navigatori. Siamo
fatti così, ci piace viaggiare. E poi, aggiunge il nuovo
sottosegretario al Ministero degli Esteri del Governo del Fare, oggi
non è più come una volta, quando i nostri nonni prendevano la nave
per andare in America, con tutti i rischi e i pericoli che c'erano un
tempo.
Le navi affondavano, esistevano malattie inguaribili, si
moriva di fame. Adesso, restando seduto, con un aereo in poche ore
sei dall'altra parte del mondo. Troppo facile. Non muore più
nessuno. Così non c'è gusto.
Pensate invece a quei poveri africani
che muoiono tutti i giorni nel canale di Sicilia per arrivare in
Italia, quelli sì che sono veri immigrati, loro sì che hanno le
palle. E se qualcuno muore ne siamo rammaricati ma è il rischio che
si corre quando si vuol fare per forza l'immigrato. Sono le regole
del gioco.
Gli italiani invece possono tornare
quando vogliono, non sentono nemmeno la mancanza di casa perché
tanto ormai c'è Skype, il progresso è proprio una bella cosa.
E noi, che siamo il Governo del Fare, i
nostri giovani li lasciamo fare, li facciamo andare in giro per il
mondo, che li fa tanto bene conoscere, scoprire, parlare nuove
lingue.
Fanno i camerieri a Londra? Anche il
nuovo sottosegretario del Ministero degli Esteri ha lavorato come
cameriere da giovane, cosa credete? E' uno partito dal basso. E
all'epoca non c'era ancora Skype e qualche nave affondava ancora e
Ryanair non esisteva neppure. Eh sempre fortunati questi giovani.
Sa, noi siamo di ampie vedute, noi
abbiamo un profilo internazionale, il nostro premier parla
fluentemente quattro lingue più il fiorentino.
E poi se i nostri giovani partono vorrà
dire che quando ritorneranno si saranno arricchiti di nuove
esperienze e contribuiranno ad arricchire il nostro paese.
Siamo un
Paese bellissimo e puntiamo sui giovani, sono il nostro futuro.
I
giovani ci piacciono così tanto che abbiamo deciso di allargare la
fascia Gioventù fino a 45 anni. Adesso fino a 45 anni sei giovane.
Puoi farti le tue esperienze.
Per i giovani poi abbiamo messo a
disposizione una serie di iniziative molto importanti per la loro
crescita, anche per quelli sfigati che decidono di restare. Li
facciamo fare un sacco di stage, di tirocini, un sacco di
volontariato, di servizio civile, tutto più o meno gratis perché
devono imparare l'importanza di fare del bene al prossimo gratuitamente. Siamo o
non siamo un Paese cattolico?
In Italia non c'è lavoro? Siamo in
ripresa, bisogna essere ottimisti.
La disoccupazione giovanile è al 44%?
Sì ma solo perché ci sono un sacco di lavori che i nostri giovani
non vogliono più fare.
Sa, a loro piace viaggiare. So'
ragazzi.
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