foto di Laura Saviano

giovedì 16 ottobre 2014

L'emigrazione ai tempi di Skype

Il nuovo sottosegretario al Ministero degli Esteri del Governo del Fare, ha detto che oggi l'emigrazione degli italiani all'estero non è un fenomeno importante.
Solo nell'ultimo anno oltre 90 mila italiani hanno lasciato il Bel Paese in cerca di lavoro fuori dai confini nazionali. Ma, secondo il nuovo sottosegretario al Ministero degli Esteri del Governo del Fare, questa non può essere considerata emigrazione. E' semplicemente una scelta. Ogni anno 90 mila italiani decidono, così, per capriccio, di andare a vivere all'estero. Del resto si sa, siamo un popolo di santi, poeti e navigatori. Siamo fatti così, ci piace viaggiare. E poi, aggiunge il nuovo sottosegretario al Ministero degli Esteri del Governo del Fare, oggi non è più come una volta, quando i nostri nonni prendevano la nave per andare in America, con tutti i rischi e i pericoli che c'erano un tempo. 
Le navi affondavano, esistevano malattie inguaribili, si moriva di fame. Adesso, restando seduto, con un aereo in poche ore sei dall'altra parte del mondo. Troppo facile. Non muore più nessuno. Così non c'è gusto.
Pensate invece a quei poveri africani che muoiono tutti i giorni nel canale di Sicilia per arrivare in Italia, quelli sì che sono veri immigrati, loro sì che hanno le palle. E se qualcuno muore ne siamo rammaricati ma è il rischio che si corre quando si vuol fare per forza l'immigrato. Sono le regole del gioco.
Gli italiani invece possono tornare quando vogliono, non sentono nemmeno la mancanza di casa perché tanto ormai c'è Skype, il progresso è proprio una bella cosa.
E noi, che siamo il Governo del Fare, i nostri giovani li lasciamo fare, li facciamo andare in giro per il mondo, che li fa tanto bene conoscere, scoprire, parlare nuove lingue.
Fanno i camerieri a Londra? Anche il nuovo sottosegretario del Ministero degli Esteri ha lavorato come cameriere da giovane, cosa credete? E' uno partito dal basso. E all'epoca non c'era ancora Skype e qualche nave affondava ancora e Ryanair non esisteva neppure. Eh sempre fortunati questi giovani.
Sa, noi siamo di ampie vedute, noi abbiamo un profilo internazionale, il nostro premier parla fluentemente quattro lingue più il fiorentino.
E poi se i nostri giovani partono vorrà dire che quando ritorneranno si saranno arricchiti di nuove esperienze e contribuiranno ad arricchire il nostro paese. 
Siamo un Paese bellissimo e puntiamo sui giovani, sono il nostro futuro. 
I giovani ci piacciono così tanto che abbiamo deciso di allargare la fascia Gioventù fino a 45 anni. Adesso fino a 45 anni sei giovane. Puoi farti le tue esperienze. 
Per i giovani poi abbiamo messo a disposizione una serie di iniziative molto importanti per la loro crescita, anche per quelli sfigati che decidono di restare. Li facciamo fare un sacco di stage, di tirocini, un sacco di volontariato, di servizio civile, tutto più o meno gratis perché devono imparare l'importanza di fare del bene al prossimo gratuitamente. Siamo o non siamo un Paese cattolico?
In Italia non c'è lavoro? Siamo in ripresa, bisogna essere ottimisti.
La disoccupazione giovanile è al 44%? Sì ma solo perché ci sono un sacco di lavori che i nostri giovani non vogliono più fare.

Sa, a loro piace viaggiare. So' ragazzi.

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