foto di Laura Saviano

mercoledì 18 dicembre 2013

Salgari

Secondo Facebook Caffè Mompracem è una donna. Me ne sono accorto quando mi ha scritto “sei stata taggata in una foto”. Mi fa piacere e soddisfazione aver confuso in qualche modo il grande fratello che ci osserva socialmente. Ma vaglielo a spiegare tu a quello stronzo di Zuckerberg che un Caffè o un blog non hanno sesso. Che le parole non hanno sesso e che il verbo taggare dovrebbe essere bandito da ogni vocabolario di lingua italiana. Almeno non lo scriviamo, taggare. Suona anche male.
Oggi comunque non parlerò di niente, anche se poi si finisce sempre con il dire qualcosa. Però ecco vorrei parlare senza dare alcun senso alle cose. No, non voglio dire che voglio dire cose senza senso, dico semplicemente che non voglio darli un senso.
Ma forse, affermandolo, lo sto già facendo. Ok vabbè ricominciamo.
Secondo Facebook Caffè Mompracem è una donna.
Secondo molti Caffè Mompracem è una caffetteria. C'è anche qualcuno che mi ha inviato il suo Curriculum Vitae. “Esperienza pluriennale nei bar, confidenza con la latte art”. Ho cercato cosa sia la latte art, anzi l'ho googlato (!!!), fatelo anche voi. Googlate.
Googlate se gli togliessero una O sembrerebbe uno di quei paesi dell'hinterland milanese, tipo Gallarate, Lambrate, Segrate. Chissà forse esiste davvero, googlate Goglate e poi fatemi sapere.
Un'altra cosa incredibile è che quasi nessuno riesce a pronunciare correttamente “Mompracem”. Ho scelto un nome difficile, lo so. L'ho fatto apposta. Ancor di meno sono quelli che sanno cosa sia l'isola di Mompracem, le tigri di Mompracem, Salgari...ma non importa, non me la prendo, è un nome difficile. E poi se non lo sapete, manco a dirlo, potete sempre googlare e in un attimo è fatta.
Comunque Salgari (ve lo dico in anteprima per non farvi googlare troppo) era uno scrittore italiano, morto più di un secolo fa. Salgari scriveva di terre lontane ed esotiche che non poteva visitare, perché, come molti sognatori, era povero, frustrato e solo.
Sconfitto dai debiti, dalla malattia mentale della moglie e dagli obblighi contrattuali degli editori, prima di suicidarsi lasciò un biglietto in cui diceva:



A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una
 continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni
 che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.”



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